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«Il Re del Blues» di Reno Brandoni

Brandoni Reno Re del blues CurciChi è Robert Johnson? Un groviglio di leggende avvolge la vita, breve, del cantautore e chitarrista statunitense, vissuto nei primi decenni del Novecento. Morì avvelenato, non è chiaro come, all’età di ventisette anni. Circostanza che ne farà il capofila del sinistro “Club 27”, cui  appartengono Jimi Hendrix, Jim Morrison e Kurt Cobain.
Le poche canzoni − ventinove, sembra − che scrisse ed eseguì, bastarono a conquistargli la fama di padre del blues. Cui si accompagna quella di artista maledetto: si narra di un patto notturno con il diavolo in un magico crocicchio, per diventare diventare famoso.
La leggenda di Robert Johnson rivive in questo libro, destinato a un pubblico giovane e attento. Nel racconto di Reno Brandoni affiorano dall’oscuro alone leggendario in cui è avvolta la vita del protagonista, temi importanti quali la schiavitù e il razzismo
Una storia, quella del Delta blues e del Re del Blues, che affonda le sue radici nei campi di cotone lungo il Mississippi, il grande fiume della musica blues, la musica degli schiavi neri. Prelevati a forza dalle terre africane e portati nel delta del Mississippi, questi uomini senza libertà riempivano i loro canti di musica, dando vita al blues.
 
AUTORE > Reno Brandoni
TITOLO >  Il re del blues
EDIZIONI >  Curci (in collaborazione con Fingerpicking.net);  Collana >  Curci Young 
ANNO >   2017
PAGINE > 42;  Prezzo di copertina >  16 euro  (libro + cd).
REPERIBILITÀ >  Nelle librerie, in Rete.
 
ILLUSTRAZIONI  DISEGNI > di Chiara di Vivona
ALLEGATI >   Nel cd audio si può ascoltare il racconto scritto e illustrato nel libro, accompagnato da una colonna sonora che rievoca l’atmosfera del Delta blues.Copia di Clarksdale crocicchio Robert Johnson
 
LUOGHI >  Clarksdale (Mississippi) e dintorni, epicentro del Delta blues. Vi si trova il leggendario crocicchio dove si dice che Robert abbia venduto la sua anima al diavolo per diventare famoso (Foto >).  
UN BRANO > “Raccogliere cotone era un lavoro duro che nessuno voleva fare… Gli schiavi neri servivano a questo…  Uomini, donne e bambini lavoravano senza sosta sotto il sole cocente e per comunicare tra loro, o alleviare la fatica e la malinconia, cantavano”.
Lettura > Avvincente
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